Libri

Vetrina. “Benvenuti a Hillbrow”

Giorgia Tolfo

Un romanzo, allo stesso tempo realistico e metaforico, che presenta lo scontro tra il cinismo della vita urbana e la visione, altrettanto distruttiva, legata alla tradizione e al mito

“Come mai Hillbrow è così popolare, ma gli scrittori la ignorano?” ti chiedevi.

“Oh! Penso che sia di troppa cattiva fama perché ne trattino” aveva risposto un giorno un conoscente. […]

Nessuno pareva avere una risposta convincente. Ma allora avevi trovato in questa omissione una missione – missione di esplorare Hillbrow con la scrittura.

Phaswane Mpe è morto a 34 anni eppure è visto dal mondo delle lettere come uno dei più acuti osservatori della realtà sudafricana post-apartheid (post-1994). Come è possibile ciò con appena un romanzo e una raccolta di racconti pubblicata postuma? La risposta si trova senza dubbio nella lettura di Benvenuti a Hillbrow, un folgorante e breve romanzo pubblicato in Italia nel 2011 (e originariamente nel 2001) dall’interessante e coraggiosa casa editrice “il Sirente”. Nelle appena 140 pagine di Mpe, trascrizione lucida e onirica degli incontri e scontri di alcuni personaggi nel quartiere di Hillbrow, moderna Alphabet City sudafricana e microcosmo anfetaminizzato e degradato della realtà post-apartheid, c’è tutto: dalla tragedia shakespeariana ai vagabondaggi cittadini modernisti, dal racconto del degrado legato alla droga alle questioni di integrazione sociale, dalla narrazione della piaga dell’AIDS alla riflessione sul ruolo dello scrittore, dal racconto gelido urbano alla ballata popolare. Benvenuti a Hillbrow è allo stesso tempo un romanzo postmoderno e postcoloniale, globalizzato e localizzato, realistico e metaforico. Esso presenta lo scontro tra le visioni ciniche della popolazione urbana e quelle altrettanto distruttive legate alla tradizione e ai miti delle popolazione sudafricane. A Hillbrow la gente muore di malattia,  o per mano della violenza, o perché si suicida; fuori da Hillbrow, nella campagna, la gente muore perché crede alle streghe e al malocchio. Mpe, con uno stile molto personale, narra le vicende di Refentse, Refilwe, Lerato, Sammy e Bohlale, e tramite loro narra quelle del sudafrica degli anni ’90, una nazione dove forte è il pregiudizio sui migranti africani, dove l’AIDS miete vittime quotidianamente, dove gli stregoni possono causare le stesse tragedie della gelosia, delle faide interne, della violenza e della malattia. Ma soprattutto,  Mpe racconta ciò che nessuno prima di lui era riuscito a fare: ha raccontato un luogo che non aveva voce, le nuove identità sudafricane che ancora non hanno forma e le piaghe che tutt’oggi affliggono un paese che è tutt’altro che libero dal razzismo e dalla xenofobia.

Benvenuti a Hillbrow è un romanzo importante, ma soprattutto è importante che vi siano delle case editrici che si impegnano a far conoscere testi di questo tipo, nonostante le stritolanti e mefistofeliche leggi di mercato che guidano oggi il mondo editoriale.


  • Genere: Narrativa Straniera
  • Altro: Traduzione: E. Monie

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