Cinema

Anna Karenina

Valentina Esposito

Il regista inglese Joe Wright torna al cinema da romanzo con il capolavoro russo di Lev Tolstoj, raccontando senza troppo successo di un amore e del suo coraggio.

Per chi lo segue dal suo esordio, il ritorno di Joe Wright al cinema è sempre un conto alla rovescia per abbandonarsi alla poltrona in sala ed entrare nella sua dimensione registica, dove in Anna Karenina amore e vita si trasformano in un sinolo aristotelico dal disarmante fascino estetico ma che tuttavia non perdona alcune pecche al lavoro di Wright.

Anna Karenina è ben nota al mondo: la donna che ha avuto il coraggio, pagato a caro prezzo, di rivendicare il diritto di costruire la vita secondo i propri voleri e sentimenti piuttosto che restare fedele a vuoti idealismi sociali. Il regista inglese indaga il dramma umano di Anna attraverso l’espediente del cinema nel teatro: teatro che è spazio di contatto con la storia e i suoi personaggi, ma è anche quella società che in quel percorso di dietro le quinte-strade-paesaggi della Russia, ha già deciso il suo destino.

La prima parte del film sfiora quasi il sublime: incanto è la scenografia di Sarah Greenwood e Katie Spencer e quei costumi di Jacqueline Durran che hanno meritatamente sancito l’Oscar, un mondo baroccheggiante i cui spazi e colori si offrono su un piccolo palco che dentro nasconde un grande mondo. Potremmo dire una realizzazione cinematografica della Gesamtkunstwerk, quell’opera totale di cui tanto parlava Wagner sognando l’incontro di ogni forma artistica. Gli attori sono anche danzatori, si muovono con disincantata leggiadria: marionette senza fili, dotate di vita propria, che grazie alla magia del cinema articolano i loro cinque sensi. Ricalcando la regia di Orgoglio e Pregiudizio Wright fa suo lo stile di raccontare la psicologia dei personaggi e degli ambienti attraverso un piacere estetico espresso dalla luce, dalla natura, dai primi piani sui volti, dalle danze e dai fermo immagine, che parlano al corpo e alla mente. E non manca l’apporto musicale di Dario Marianelli, sempre eloquente.

Eppure dopo tanto fascino, l’amaro in bocca resta: Anna, interpretata da una Keira Knightley senz’altro brava ma non splendida nell’interpretazione, sarà anche la protagonista indiscussa ma un maggior approfondimento di personaggi come Levin (Domhnall Gleeson) e quel marito di Anna così ben interpretato da Jude Law, avrebbero certamente migliorato una seconda parte poco convincente. Appare infatti frettolosa in alcuni punti, si perde in troppi manierismi e rischia di sconcertare lo spettatore e la piena comprensione degli eventi. E così perdendo sostanza anche il piacere degli occhi si assopisce, cercando disperatamente i pezzi per riavvolgere l’azione. Un vero peccato.

Apprezzato e geniale è l’omaggio che Joe Wright fa al cinema, servendosi sapientemente del suo linguaggio e della sua poliedricità per raccontare a sua impronta il romanzo di Lev Tolstoj, ma tuttavia la bellezza estetica non basta a fare di Anna Karenina un film totalmente indimenticabile.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Joe Wright
  • Fotografia: Seamus McGarvey
  • Musiche: Dario Marianelli
  • Cast: Keira Knightley, Aaron Johnson, Jude Law, Domhall Gleeson, Matthew Macfadyen, Kelly MacDonald
  • Sceneggiatura: Tom Stoppard

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