Arti Performative

Il pozzo e il pendolo teatro // L’ultima notte del Principe di Sansevero

Imma Amitrano

 

Per la rassegna teatrale Vissi d’arte – Il teatro racconta i pittori, il Principe di San Severo rivive la sua ultima notte al PAN di Napoli


 

Dal 12 al 18 settembre si è tenuta presso il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli la rassegna teatrale Vissi d’arte – Il teatro racconta i pittori, all’interno della quale cinque compagnie provenienti da diverse zone d’Italia raccontano la vita di grandi pittori.

Al piano terra del palazzo in Via dei Mille tornano in vita Auguste Rodin, Salvator Dalì, Van Gogh, il Principe di San Severo, Caravaggio, Tamara De Lempicka e raccontano le loro esistenze travagliate, gli amori e le sofferenze di una vita vissuta e consumata all’insegna dell’Arte.

L’ultima notte del Principe di San Severo è la rappresentazione delle ultime ore di vita del Principe Raimondo de Sangro studioso, filosofo e alchimista napoletano vissuto nel diciottesimo secolo.

È il 22 marzo 1771. A fare visita al Principe nel suo laboratorio di Vico San Domenico Maggiore è l’amico Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo velato, scultura che orna la Cappella dei Sansevero e la cui resa straordinaria del velo nel corso dei secoli dato adito a una leggenda secondo cui il committente avrebbe insegnato allo scultore la calcificazione del tessuto in cristalli di marmo.

Dopo la realizzazione dell’opera, il giovane Sanmartino diventa artista di fama e lavora per i Borbone, collabora con Luigi Vanvitelli e sarà invidiato da Antonio Canova che si dichiarò disposto a dare dieci anni della propria vita pur di essere l’autore di un simile capolavoro.

Eppure, non lavorerà mai più per Raimondo de Sangro.

Lo spettacolo diretto da Annamaria Russo e Ciro Sabatino nasce dall’ipotesi di un ultimo incontro tra i due uomini, una sorta di resa dei conti in cui soltanto uno dei due vincerà la propria partita con la morte, e lo fa mescolando informazioni tratte dagli scritti di Elio Catello – uno dei maggiori biografi di Giuseppe Sanmartino – a leggende sul Principe riportate da Benedetto Croce, il quale sosteneva, fra le altre cose, che «Per il popolino delle strade che attorniano la Cappella dei Sangro, il principe di Sansevero è l’incarnazione napoletana del dottor Faust che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura».

Sebbene sia presente un discreto lavoro di ricerca delle fonti che fa da base allo spettacolo, scarsamente convincente si rivela la resa attorale: Antonio Perna è un Principe di San Severo senza Principe di San Severo: la figura dello studioso, filosofo, massone, esoterista, alchimista e letterato Raimondo de Sangro che ne viene fuori è, piuttosto, quella di un prestigiatore burlone; mentre di maggiore spessore risulta, invece, il personaggio di Giuseppe Sanmartino interpretato da Marco Palumbo. I chiaroscuri di anime tanto torbide e tormentate come i personaggi interpretati non vengono dipinti e alla fine entrambi i personaggi risultano essere appiattiti, schiacciati dal peso della narrazione e privi di approfondimento psicologico, imprigionati in movenze che risultano affettate.

Bene si sarebbe prestata allo spettacolo l’immersione in un’ambientazione gotica magari ispirata ai racconti di Edgar Allan Poe, che dal nome Il pozzo e il pendolo la compagnia mostra di conoscere. In questo senso risulta grossolana la scelta di posizionare delle luci fisse e di intensità eccessivamente elevata di fronte all’allestimento scenico, neutralizzando difatti la possibilità di creare di un’atmosfera notturna.

Se il teatro è quel luogo in cui si compie l’inspiegabile magia che permette allo spettatore e all’attore di suggellare un patto sacro in cui il primo finge di credere che sia vero ciò che in fondo sa essere finto e il secondo s’impegna a rendere reale ciò che non lo è, L’ultima notte del Principe di San Severo infrange il patto e il trucco viene goffamente scoperto.


Dettagli

  • Titolo originale: L'ultima notte del Principe di Sansevero

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