All In! Chiamata alle arti // Ksenija Martinovic – Diario di una casalinga serba
Al Teatro Argot Studio, nell’ambito della nuova rassegna romana dedicata ad artisti Under 25, è andato in scena “Diario di una casalinga serba” diretto e interpretato da Ksenija Martinovic
All in! Chiamata alle arti è la rassegna Under 25 che sta animando i luoghi dei principali Teatri Off della capitale distribuendo il suo fitto calendario di eventi tra gli spazi del Teatro Argot e quelli del Teatro Orologio, con incursioni nel Museo di Roma in Trastevere e Palazzo Braschi. Una rassegna organizzata e dedicata ai giovanissimi che non si lasciano intimorire dalla crisi economica e sociale e giocano d’azzardo offrendo una programmazione che spazia dalla musica all’arte figurativa al cinema, con particolare attenzione al teatro contemporaneo. Ksenija Martinovic s’inserisce perfettamente in questo contesto di sperimentazione e messa in gioco, portando in scena un personale allestimento teatrale del romanzo Diario di una casalinga serba di Mirjana Bobic Mojsilovic. Sprofondata all’interno di una delle tre casse di legno di scena aspetta sorridente, dondolandosi con le gambe, che il pubblico prenda posto in sala. Canticchia, sembra una bambola di porcellana che il tempo sta per deturpare. Ksenija è Andjelka, una giovane donna che ha vissuto la sua infanzia sotto la Jugoslavia di Tito e la sua adolescenza e maturità nella Serbia di Milosevic. Un racconto femminile da parte di chi ha vissuto in prima persona i cambiamenti della storia e cerca il suo posto in un paese che smette di essere Jugoslavia e diventa Serbia, che smette di amare Tito e lo disconosce, forte di un nazionalismo che divide e massacra. Utilizzando un medium tecnologico caro a Beckett, Andjelka riascolta la sua voce riprodotta dal nastro di una cassetta, riconosce ancora il senso delle parole pronunciate anni prima, a volte le cambia, come il Krapp di Beckett anche lei è un’artista, o almeno avrebbe voluto esserlo. Ci accoglie bigodini e vestaglia e ci trasporta nella sua infanzia quando, con al collo un foulard rosso, tipico dell’uniforme dei pionieri di Tito, giocava con suo fratello e il suo migliore amico zingaro urlando io amo Tito. Poi i bigodini e la vestaglia fanno posto alla freschezza degli abiti di un’adolescenza apparentemente libera sullo sfondo di una clima di sviluppo e prosperità. L’abito della spensieratezza nasconde quello della donna adulta con alle spalle un matrimonio fallito come i suoi sogni e il suo stesso Paese. Il suo è il grido di un’intera generazione protesa verso l’Europa occidentale che da essa aveva importato i jeans, la pizza, la musica ma che è rimasta soffocata, macchiata di sangue come la sottoveste svelata nel finale, ultimo strato della sua vita e della sua pelle, di un bambino che non vedrà mai la luce.
Ksenija Martinovic si lancia a capofitto nelle pagine e nell’intimità del diario di Mirjana Bobic Mojsilovic calandosi nel personaggio di una donna di una generazione che non è la sua, di un tempo che non le appartiene ma di cui è figlia, che cerca di impersonare e restituire senza risparmiarsi, mantenendosi in equilibrio, arrampicandosi e lanciandosi dalle casse che dispone sulla scena in lungo e in largo, servendosi di una notevole fisicità e capacità espressiva, di un indiscusso talento che fa di lei un’attrice coraggiosa, da continuare a tenere d’occhio.
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- Titolo originale: Diario di una casalinga serba