Lovelace
Il primo voto mediocre del Festival del Cinema di Berlino se lo aggiudica Lovelace, biopic diretto a quattro mani da Rob Epstein e Jeffrey Friedman e dedicato all’attrice che ha rivoluzionato modi e costumi dell’America degli anni Settanta: Linda “Lovelace” Boreman, la star di Gola Profonda.
Il primo voto mediocre del Festival del Cinema di Berlino se lo aggiudica Lovelace, biopic diretto a quattro mani da Rob Epstein e Jeffrey Friedman e dedicato all’attrice che ha rivoluzionato modi e costumi dell’America degli anni Settanta: Linda “Lovelace” Boreman, la star di Gola Profonda.
Dopo l’ottimo documentario Inside Deep Throat, il cinema ci riprova con la fiction, romanzando la vicenda personale di Linda, già di per sé rocambolesca, attraverso un mix discreto di flashback e flashforward. Si comincia da un indefinito tempo bagnato dal sole, dove una Linda adolescente e la sua migliore amica giocano a fare le adulte senza esserlo e senza nemmeno volerlo davvero. Segue dunque, e quasi nell’immediato, l’incontro cruciale con Chuck Traynor (Peter Sarsgaard), l’uomo che, secondo testimonianze e testimoni, ha rovinato la sua vita. Ma la luce solare permane, almeno all’apparenza, ed illumina giorni perfetti impregnati d’amore, successo, incontri importanti: il tempo limitato trascorso da Linda nell’industria pornografica vale un’intera esistenza, nel bene e(soprattutto) nel male.
Ed è quest’ultimo a prevalere nella seconda parte del film, materializzandosi in ombra, in quel grigiore lievemente azzurrato che si spande sul volto troppo gentile e pulito di Amanda Seyfried – la quale comunque non è “da buttare” per il suo modo di confrontarsi con il ruolo pesante che le è stato affidato. I flashback si intensificano per portare verità: la stessa che Linda, “uscita dal tunnel”, ripose nel libro Ordeal, riconciliandosi con la sua famiglia, con il mondo e, sopra ogni cosa, con sé stessa, prima della morte prematura avvenuta nel 2002 a seguito di un incidente automobilistico.
Conclusione simil-patetica con tanto di foto commemorativa sul principio dei titoli di coda: ad ulteriore riprova del fatto che quando si tenta di mescolare il serio con il faceto, come nella vita vera, si finisce con lo svilire una delle due parti. E in questo caso a funzionare sono più i doppi sensi che il senso nobilmente inteso. Tant’è che del cast stellare scritturato per Lovelace, più dei protagonisti rimangono impressi i personaggi secondari – quelli appartenenti alla “superficie” della vita di Linda: lo Hugh Hefner di James Franco, l’Harry Reems di Adam Brody e la signora Boreman di Sharon Stone.
Tutto il resto è semplicemente un modo noioso di dire qualcosa di tutt’altra natura.
Dettagli
- Titolo originale: Lovelace
- Regia: Rob Epstein, Jeffrey Friedman
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Biografico
- Fotografia: Eric Alan Edwards
- Musiche: Stephen Trask
- Costumi: Karyn Wagner
- Produzione: USA
- Cast: Amanda Seyfried, Peter Sarsgaard, Juno Temple, Sharon Stone, Adam Brody, James Franco
- Sceneggiatura: Andy Bellin