È possibile essere in grado di amare così tanto da poter dividere il proprio amore tra due persone senza che nessuno si senta trascurato? Secondo Mariateresa, la protagonista di Non c’è due senza te, la risposta a questa domanda è senza dubbio “sì”.

Lei può ben dirlo, conducendo una lineare quanto particolare settimana: tre giorni con suo marito Giorgio, professore meticoloso e pignolo, e tre giorni con suo marito Danny, artista e cantautore. Due mariti, perché non vuole tradire nessuno e perché ama entrambi, così diversi e complementari da poterle dare tutto ciò di cui lei ha bisogno. Il primo stabilità, sicurezza, ordine. Il secondo spensieratezza, divertimento e una vita fuori dagli schemi. Peccato che nessuno dei due sia a conoscenza della doppia vita della loro compagna. Un equilibrio perfetto che s’inclina quando Mariateresa scopre di essere incinta e dovrà fare una scelta, o no? Perché mai rinunciare all’amore di due persone che lei, dopotutto, ama?

Toni Fornari utilizza il tema del triangolo amoroso realizzando una commedia divertente e irriverente sull’amore che, solo apparentemente, sembra non lasciare spazio a riflessioni.

Di là dalle risate spontanee per una sceneggiatura che gioca con quei personaggi così tipizzati che si muovono sul palco e si confrontano con la protagonista – il cervellone, l’alternativo, l’amica consigliera combinaguai – ci si domanda quale sia il messaggio che l’intero spettacolo vuole veicolare. Se sia una critica al tradimento, o una sua giustificazione nell’ottica dell’impossibilità di trovare la persona in tutto e per tutto perfetta, questo non è chiaro. Certo è, invece, che Fornari sottolinea con questa messa in scena come con la fantasia si possa andare al di là di ciò che si reputa moralmente giusto. Mariateresa ne è l’esempio lampante, lei che, nonostante tutto, porta avanti con orgoglio il suo «troppo amore» fino a convincere i suoi due mariti. Sarà per la capacità delle donne di rigirare a proprio vantaggio le situazioni sfavorevoli? O, come dimostrerà l’epilogo, c’è qualcos’altro dietro questo essere così remissivi dei due uomini?

Una storia surreale, si potrebbe pensare. Forse, neanche troppo. Il finale lascia spazio alle interpretazioni.