Arti Performative

Ivo Dimchev – I-ON

Giorgia Tolfo

Ivo Dimchev ha inaugurato ieri la sezione dedicata alle arti performative del festival Gender Bender di Bologna con uno spettacolo in anteprima nazionale al Teatro Arena del Sole dal titolo “I-ON”.

Ivo Dimchev ha inaugurato ieri la sezione dedicata alle arti performative del festival Gender Bender di Bologna con uno spettacolo in anteprima nazionale al Teatro Arena del Sole dal titolo “I-ON”.

Utilizzando alcune sculture di Franz West, da poco scomparso, Dimchev ha inscenato uno spettacolo che riflette sul rapporto tra essere umano e opera d’arte.

Usando tre sculture tratte dalla serie “Adaptives” del famoso artista austriaco (opere che trovano il loro necessario completamento attraverso la manipolazione da parte dello spettatore) e pochi altri oggetti, il performer bulgaro ha cercato di concretizzare sulla scena la poetica dello scultore, apportandovi una dose di provocazione, improvvisazione e ibridazione attinte dalla sua personale carriera come street-artist, ballerino, cantante e attore.

Dimchev fa parlare le statue di West, le indossa, le sposta, le muove, ne offre prospettive nuove e diverse, le fa cantare, le associa a suoni, mood, emozioni, le immerge in un sistema di riferimenti culturali incrociati (come quello meraviglioso della lattina di coca-cola che rimanda alla pop-art, ma anche al consumismo, alla pratica del name-dropping e alla concezione dell’oggetto artistico come oggetto di consumo). Il suo è uno spettacolo apparentemente giocoso e ironico, che cela però al di sotto una riflessione molto profonda sull’arte e sul modo di fruirla: non più una ricezione passiva ed estetica, ma una interattiva, associativa, viva ed emotiva, che sia in grado di “far parlare il materiale” come suggerisce la voce di sottofondo in tedesco a metà spettacolo che è proprio la registrazione delle dichiarazioni d’intento artistico dello stesso West.

Se ad un primo momento la performance di Dimchev destabilizza lo spettatore abituato a narrazioni lineari, presto, abbandonate le logiche comuni e le volontà demistificanti di trovare un senso allo spettacolo, inizia a coinvolgerlo in un viaggio sinestetico che esplora le diverse sfaccettuture, interpretazioni e impressioni che nascono dal rapporto con l’opera d’arte e il suo “utilizzo”.

E’ proprio tramite questo viaggio tra ironiche telefonate d’amore, gorgheggi, trasformazioni corporee e danze tribali che Dimchev riesce a creare delle composizioni visive e vocali che seducono e colpiscono l’osservatore, ma soprattutto riesce a dar vita ad un’opera ibrida e indefinibile che ammicca all’opera d’arte totale che coniuga in sè tutte le diverse discipline: si incontrano in “I-ON” arte visiva, performativa e musicale. Vedere, partecipare e sentire per credere.


Dettagli

  • Titolo originale: I-ON

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