Ti amo presidente: l’effetto Obama tra mito e realtà
Conclusa la sua presidenza, Richard Tanne riesamina il passato di Barack Obama in Ti amo presidente, uno sguardo nel suo passato sentimentale.
America, America, America. La sola parola “America” porta con sé un carico di significati come nessun’altra nomenclatura geografica al mondo riesce a fare, e pensare che non è nemmeno il nome di una nazione. Sono gli Stati Uniti d’America ad aver rubato il nome ad un intero continente, fagocitando linguisticamente (e non solo) gli altri stati che lo compongono e prendendosi tutti quei significati che formano, nella cultura occidentale moderna, l’immagine dell’America.
Gli americani adorano parlare dell’America e vendere il “prodotto” America per quel loro gusto per il grandioso che spesso li rende capaci di trasformare l’ordinario in straordinario. Lo slogan “Make America Great Again” (Rendiamo di nuovo grande l’America) ha accompagnato la campagna politica di Donald Trump fino alla recente vittoria presidenziale, facendo capire ancora una volta quanto gli statunitensi si identifichino pienamente in quel nome che è ormai una definizione: America. Del resto, nella lingua inglese non esiste nemmeno l’aggettivo “statunitense”, che si traduce proprio come “American”.
A prescindere dal giudizio politico e da quello del tempo – che restituisce la giusta prospettiva sugli eventi del presente – il presidente americano uscente, Barack Obama, è stato sicuramente grande. Grande la novità dalla sua elezione come primo presidente afroamericano, grande il successo che lo ha portato ad ottenere un doppio mandato, innegabilmente grandi la sua personalità e il suo carisma tali da valergli il Premio Nobel per la Pace nel 2009. Tra poche settimane Obama lascerà ufficialmente la presidenza degli Stati Uniti, e già il cinema americano lo omaggia con numerosi film e documentari, l’ultimo dei quali approda in questi giorni nelle sale italiane: Ti amo presidente.
Film di debutto del regista e autore Richard Tanne, Southside with You (questo il titolo originale) narra del primo appuntamento tra Barack Obama e la donna che sarebbe diventata sua moglie e poi First Lady, Michelle Robinson. In un giorno del 1989, i due giovani avvocati Barack (Parker Sawyers) e Michelle (Tika Sumpter) si preparano ad uscire insieme da colleghi per partecipare ad una riunione di una piccola comunità afroamericana di Chicago. Decisa a mantenere un rapporto strettamente professionale con quello che è il suo sottoposto, Michelle si rifiuta di parlare di “appuntamento” vero e proprio, e solo con l’inganno si lascia portare dall’intraprendente Barack ad una mostra d’arte afroamericana e poi a pranzo al parco prima della riunione. Alla fine della giornata trascorsa insieme, il rapporto tra i due inizia inevitabilmente a cambiare.
La scelta di una pagina meno “presidenziale” e più intima dell’uomo Barack fa sì che questo film non sia esattamente un biopic, e in effetti giustifica la “fretta” di fare un film su Obama grazie al taglio meno sensazionalistico (a proposito di ordinario e straordinario). Il film di Tanne allude raramente al destino grandioso di Barack Obama, descrivendo il personaggio nella sua informale semplicità, nei modi rilassati e nella silenziosa ma inarrestabile determinazione – evidente specialmente nel discreto ma calcolato corteggiamento di Michelle. Soltanto il discorso centrale alla comunità afroamericana lascia trasparire la sua dote di oratore allora ancora in nuce, in un passaggio che ha il duplice scopo di portare senso alla narrazione cinematografica e di compiacere le naturali aspettative del pubblico rispetto alla figura del protagonista.
Non è difficile immaginare che la storia pubblica e privata di Barack Obama sarà oggetto, tra qualche anno, di più di un film kolossal alla maniera di Lincoln, di qualche thriller politico come quelli su Nixon, o di svariati film biografici simili ai tanti ispirati da Kennedy. Il cinema americano, si sa, è in grado di prendere piccoli elementi della realtà ed esaltarli nella finzione per creare il mito, e nel caso di un uomo e di un presidente come Obama c’è già una miniera d’oro da sfruttare.
C’è da augurarsi, tuttavia, che passi un po’ di tempo prima che qualche volenteroso sceneggiatore si cimenti nella creazione di nuove storie cinematografiche sulla sua figura: in un mercato in cui il cinema si adegua sempre più ai social media, cavalcando l’onda delle tendenze del momento prima che l’attenzione del pubblico si rivolga altrove, il timore è quello che le “storie di Obama” vengano prodotte e consumate al volo senza un’adeguata riflessione.
Dettagli
- Titolo originale: Southside with You
- Regia: Richard Tanne
- Anno di Uscita: 2016
- Genere: Biografico
- Fotografia: Patrick Scola
- Musiche: Stephen James Taylor
- Costumi: Megan Spatz
- Produzione: USA
- Cast: Tika Sumpter, Parker Sawyers, Vanessa Bell Calloway
- Sceneggiatura: Richard Tanne