Zona d’ombra
Peter Landesman dirige un racconto biografico dai consueti e noiosi tratti del genere patriottico statunitense.
Per comprendere la portata dello scandalo di cui parla Peter Landesman in questo suo Zona d’ombra – Una verità scomoda, occorre fare un paragone con la realtà italiana e immaginare che un piccolo medico di provincia si schieri contro il mondo del calcio e cerchi di chiudere lo sport più amato nel nostro paese. Ecco, questo è ciò che successe a metà dei primi anni Duemila quando un neuropatologo nigeriano, Bennet Omalu, si mise contro la potente federazione NFL (National Football League) con la sua teoria secondo cui le continue botte alla testa che i giocatori hanno subito in carriera siano causa di malattie celebrali e conseguente morte. Quello di Landesman ha dunque tutte le potenzialità per essere un film di inchiesta di quelli avvincenti e duri; potenzialità che tuttavia rimangono tali per via di un intreccio fiacco e infarcito di punte di perbenismo e moralismo.
Bennet Omalu (Will Smith) è un neuropatologo dai metodi alquanto stravaganti che lo rendono ridicolo agli occhi dei colleghi: durante le autopsie parla con i morti, ascolta musica e non disdegna battute ironiche anche in un contesto non proprio dei più allegri. Un giorno Omalu si trova ad indagare sulla morte di Mike Webster, ex leggenda del football americano, e le analisi sul suo cadavere portano alla luce un’agghiacciante verità che potrebbe creare un notevole terremoto all’interno di tutto il movimento della federazione del football americano.
La storia è di quelle davvero affascinanti, un uomo solo contro tutta un’organizzazione che per giunta fattura ogni anno centinaia di milioni di euro e vanta un’utenza di milioni di spettatori. Chi si appresta a vedere un film simile si aspetterebbe di conseguenza ritmi serrati, colpi di scena e un coinvolgimento emotivo fuori dal comune. Nulla di tutto questo. Il lavoro di Landesman, che è anche autore della sceneggiatura, si rivela molto pesante da seguire, prevedibile nei modi in cui l’inchiesta e la battaglia psicologica tra le parti vengono sviluppate e, come detto sopra, pervaso da una morale patriottica e luoghi comuni tipici di un certo cinema americano. Aspetto positivi tuttavia non mancano e sono ravvisabili in un’accurata caratterizzazione delle psicologie dei personaggi, su tutti quello di Omalu la cui ostinatezza nel perseguire la sua battaglia viene resa nel migliore dei modi così come il rapporto con le persone che lo circondano. Per quanto riguarda il cast, Will Smith non tradisce le aspettative al contrario degli altri componenti tra i quali spiccano Alec Baldwin e Gugu Mbatha-Raw. Zona d’ombra – Una scomoda verità, in conclusione, è un film più interessante che bello, anzi si potrebbe azzardare l’aggettivo dimenticabile.
Dettagli
- Titolo originale: Concussion
- Regia: Peter Landesman
- Anno di Uscita: 2015
- Genere: Biografico
- Fotografia: Salvatore Totino
- Musiche: James Newton Howard
- Costumi: Dayna Pink
- Produzione: UK, Australia, USA
- Cast: Will Smith, Alec Baldwin, Gugu Mbatha Raw, Arliss Howard, Paul Reise
- Sceneggiatura: Peter Landesman