Cinema

Spoiler Alert. “Un bacio” per salvare la confusione e le fragilità della generazione 2.0

Valentina Esposito

Ivan Cotroneo racconta i disagi, le incomprensioni e la fragilità dell’adolescenza nella generazione 2.0.

Il film è un invito a non avere paura, a non dipendere da quello che gli altri pensano di noi, a non farci dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per paura di restare soli, ed essere infelici. Oggi il giudizio scatta immediato e si diffonde con la velocità dei social network, incasellando persone in una categoria”, questa la necessità che ha spinto il regista e scrittore Ivan Cotroneo a portare sul grande schermo il suo libro Un bacio, che attraverso problemi attualissimi e sempre più imperanti come l’omofobia e il bullismo, ci racconta le amarezze ma anche la forza dell’essere adolescenti oggi.

Blu, Antonio e Lorenzo sono considerati  gli sfigati del Liceo Newton. Blu/Valentina Romani è ormai conosciuta come la troia per la sua disinibizione con i ragazzi, filmata e fruibile a tutti dallo schermo di un cellulare. Nessuno però sa che la ragazza non riesce a vivere i sogni e la spensieratezza della sua adolescenza perché ha dovuto imparare presto a badare da sola a sé stessa. Antonio/Leonardo Pazzagli si è chiuso in sé, dopo l’inaspettata morte del fratello che ha rovesciato non solo il suo di equilibrio ma soprattutto quello di una madre che ha paura di restare sola. Poi c’è Lorenzo/Rimau Grillo Ritzberger, che si ama da morire, che sogna di diventare una pop star idolatrata da quei ragazzi che lo guardano e lo allontanano per una camicia troppo colorata, per lo smalto sulle unghie, per la sua camminata elegante e perché ama i ragazzi. È proprio da questo stato di incompresi, sfigati e diversi che nasce un’amicizia che diventa molto più di una compagnia: è una risposta alla vita, alla solitudine, è un calcio a chi di loro, genitori compresi, non si sforza di conoscerli. Il dramma però è che la loro amicizia finirà proprio per un’incomprensione, o meglio per una distrazione che a Lorenzo costerà la vita.

Sulla recente scia della collega Maria Sole Tognazzi, già più volte avvalsasi della penna di Cotroneo, nel suo Io e Lei che raccontava la quotidianità di una coppia di donne omosessuali, il regista partenopeo prosegue questo percorso raccontando attraverso un’amicizia il peso di un amore omosessuale visto, complice anche la dimensione della provincia romana, come una minaccia. Un bacio di Cotroneo si regge sulla presentazione di un conflitto: essere omosessuali nella nostra società vuol dire essere diversi, rappresentare quindi un pericolo da tenere a bada, da etichettare per prenderne le distanze. O ancora peggio come fa Antonio, non vederlo, far finta che non esista perché non ci appartiene anche se si tratti di un amico, di una persona speciale che seppur per un tempo breve della vita ci ha dato una speranza. Sotto questo aspetto, l’estroso Lorenzo è un personaggio riuscitissimo e che non si può dimenticare: la sua esuberanza, la sua allegria e la piena accettazione di sé stesso sarebbero l’atteggiamento che Cotroneo vorrebbe vedere  negli occhi di quegli adolescenti che si allontanano da lui.

Perché conoscere un diverso  può essere solo una possibilità, e seppur diventa una minaccia quando ci scappa di mezzo il cuore, evitare la sofferenza o rinchiudersi in congetture è la strada migliore per nascondersi al mondo, cementarsi in se stessi, rischiando di farsi scivolare addosso anche gli altri e le loro fragilità. Ecco che allora l’omofobia si trascina il bullismo, il bullismo si trascina un disagio, e il disagio nell’adolescenza può diventare un punto di non ritorno. Una tragedia che nella generazione 2.0 si consuma sempre in una doppia realtà: quella vera, e quella dettata dalle sentenze dei social network, dalle foto e i video che si insinuano per spettacolarizzare ogni aspetto del quotidiano, per colmare un principio di vuoto e inquietudine, dimenticando il confine tra pubblico e privato a scapito degli altri, pur di far prevalere il piacere personale.

La grande forza del film, e che in qualche modo lo differenzia da altre storie di adolescenti omosessuali raccontate nel nostro cinema, è nel mostrare allo spettatore la soluzione più naturale e umana a quello che è diventato un problema ma che problema non è. Se solo infatti adulti e ragazzi guardassero alle conseguenze che un atteggiamento composto di pregiudizi e chiusura può (de)generare, si ricordassero che quello che chiamano come frocio è una persona con sogni, aspirazioni e cuore, forse si potrebbe andare oltre e potersi dire quello che con disperazione scrive la protagonista Blu alla sé stessa del futuro: “Sarebbe bastato essere più forti”. Sarebbe bastato che il più fragile, Antonio, avesse detto a Lorenzo la sua verità, che avrebbe fatto meno male di un colpo di pistola. Uno squarcio di vita e un altro tassello di cinema che cerca di spostare questioni delicatissime dai salotti televisivi e le grida delle piazze, in una dimensione che dovrebbe avere sempre la precedenza su tutte le altre: quella dell’equilibrio tra ragione e sentimento.

 


Dettagli

  • Titolo originale: Un bacio
  • Regia: Ivan Cotroneo
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Luca Bigazzi
  • Musiche: AA.VV.
  • Cast: Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli
  • Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Monica Rametta

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