In Sala. Marguerite
È Catherine Frot a offrire una memorabile lezione di recitazione, dando voce e vita a Marguerite, la pellicola ben riuscita di Xavier Giannoli che ha convinto la 72a Mostra del Cinema di Venezia.
Marguerite Dumont (Catherine Frot) ha una grande passione che vuole condividere con il mondo intero: la musica, e in particolare l’Opera. Cantare un’aria e offrirla al “piacere” del pubblico sembra le venga naturale al punto da non interrogarsi realmente sulle sue capacità canore: entra tra le stanze della sua casa come una diva, attesa da tutti i membri nobili del suo circolo, che sostengono il suo mancato talento solo per una questione economica e di comodo. Il marito (Andrè Marcon) fa altrettanto, chiude gli occhi, fa felice la moglie per tenerla a bada e concedersi scappatelle. Un gioco così subdolo e sottile che impedisce alla donna di comprendere la dura verità, al punto da decidere di calcare le scene di un grande palco preparandosi al fianco di uno dei maestri più rinomati (Michel Fau). La passione che le esplode è così indomabile che finirà per nutrirla e allo stesso tempo consumarla lentamente.
Per quanto riesce difficile crederlo, Marguerite, la storia che Xavier Giannoli porta sul grande schermo è assolutamente vera pur se lui ne fa una libera ispirazione: è la storia dell’americana Florence Foster Jenkins che nella pellicola diventa una nobildonna francese degli anni ‘20, una trasmutazione della realtà che il regista realizza in modo esemplare se pensiamo all’atmosfera dell’epoca, che da sola basta a rendere più credibile una storia che ci appare inverosimile. Marguerite davvero crede di essere brava, non mente a sé stessa, accecata dal bisogno disperato di un amore, e lei lo sognava grande, che credeva di aver incontrato.
La musica è l’unica arte che può colmare quella mancanza, dare voce a quel vuoto: è il tentativo disperato di una donna che vuole farsi sentire, che cerca amore altrove. L’atmosfera, una scenografia (Martin Kurel/Véronique Melery) curatissima che esalta quella bellezza tanto bella quanto finta di cui vuole nutrirsi la protagonista, fredda e luccicante, è perfetta a portare avanti la farsa grottesca, e subdola, di chi ha a cuore unicamente i propri tornaconti personali fingendo di preoccuparsi per la sfortunata di turno.
Nonostante la seconda parte del film non decolli verso una maggiore crudezza come ci si aspetterebbe, Marguerite si apprezza perché è un film coerente: nulla è lasciato a caso ed ogni dettaglio è lo specchio di quello che la protagonista vede e crede. Giannoli offre allo spettatore un viaggio sincero nella storia di una donna, sospesa tra la commedia e la tragedia, la Frot a, differenza del suo personaggio, gli applausi li merita davvero.
Dettagli
- Titolo originale: Marguerite
- Regia: Xavier Giannoli
- Fotografia: Glynn Speeckaert
- Musiche: Ronan Maillard
- Cast: Catherine Frot, André Marcon, Michel Fau, Christa Theret, Denis Mpunga
- Sceneggiatura: Xavier Giannoli, Marcia Romano