In Sala. Ho ucciso Napoleone
La seconda regia di Giorgia Farina è una lunga serie di difetti da scansare con un buon cast guidato da Micaela Ramazzotti.
Giorgia Farina dopo il suo esordio cinematografico con Amiche da morire, torna alla prova registica con Ho ucciso Napoleone. Presentato al pubblico come un pulp, il film immette dei personaggi da commedia in situazioni scandite da un buon ritmo di un’azione dai toni grotteschi che riesce, seppur con una esile trama, a farsi seguire.
Anita (Micaela Ramazzotti) ha appena ottenuto una promozione nell’azienda farmaceutica Fanelli. Il suo carattere emerge immediatamente come freddo, calcolatore e dedito completamente alla carriera. Figlia di un musicista ed una scultrice, sembra nutrire un rifiuto verso il mondo guidato dalle emozioni e così risulta incapace di costruire dei rapporti umani che non abbiano uno scopo ben preciso. La ragazza, infatti, è l’amante di Paride (Adriano Giannini), il suo capo. Anita, dopo la promozione, scopre di essere incinta al quarto mese e dopo aver comunicato la notizia al suo amante, viene licenziata. A questo punto decide di vendicarsi e per riavere il suo posto di lavoro si serve dell’avvocato dell’azienda, Biagio (Libero De Rienzo).
Una trama alquanto scarna che riesce a mascherare la sua povertà attraverso la buona scelta di interpreti e del ritmo inizialmente intenso. Bisogna infatti soffermarsi su questi due elementi, cast e montaggio, per riuscire a individuare i pregi di Ho ucciso Napoleone. Un montaggio che coinvolge nelle azioni e nei piani attuati dalla protagonista per vendicarsi dell’uomo che l’ha scaricata e le dovute pause dove bisognava far respirare l’evoluzione dei caratteri, caratteri che con se portano tutte le noiose semplificazioni sull’arrivismo e sul rapporto (traumatico per chi li racconta) uomo-donna. Dipinti immotivati e che oltre al sessismo e alla misandria non hanno giustificazioni reali, dove ancora una volta bisogna vedere una donna appropriarsi dei simboli di potere dell’uomo per sentirsi una donna forte, dove la ricchezza di un conflitto fra esseri umani, a prescindere dal sesso, che potrebbero essere e che la vita e il quotidiano ci palesano lascia spazio alla tendenza che riduce l’universale e la sua rappresentazione al massimo ad una questione di condominio. Sorvolando su queste superflue questioni e prescindendo da esse, di questo film si apprezzano le interpretazioni attoriali che li mette in gioco e in un nuovo gioco, dove per nuovo s’intende diverso dal precedentemente visto sullo schermo ad opera della Ramazzotti, di Giannini e di De Rienzo. Un film povero, o un povero film che va bene che si guardi senza tante pretese.
Dettagli
- Titolo originale: Ho ucciso Napoleone
- Regia: Giorgia Farina
- Fotografia: Maurizio Calvesi
- Musiche: Andrea Farri
- Cast: Micaela Ramazzotti, Libero De Rienzo, Adriano Giannini, Iaia Forte, Federica Vittoria "Thony" Caiozzo, Elena Sofia Ricci, Erika Blanc
- Sceneggiatura: Giorgia Farina, Federica Pontremoli