Le Otto Montagne
Uscito in sala grazie a Vision Distribution il 22 Dicembre 2022 e tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, Le Otto Montagne è diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, e parte con Pietro (Luca Marinelli), un ragazzo di città, e Bruno (Alessandro Borghi), figlio di un paesino di montagna dimenticato, bambini felici che si divertono proprio in quel paesino della Valle d’Aosta che sarà poi per loro importantissimo. Infatti, crescono e diventano uomini che cercano di cancellare le impronte dei loro padri, ma finiscono sempre per tornare a casa. Bruno negli anni resta fedele alla sua montagna, mentre Pietro è colui che va e viene e che lavora sulla sua persona per capire come realizzarsi. I due hanno dei caratteri molto diversi tra loro ma fin da subito si troveranno uniti per la vita, diventando inseparabili.
Il continuo crescere ed evolversi dei personaggi mi permette di inserire questo film, che è sicuramente molto riflessivo, nel genere tipico del romanzo di formazione; infatti, Le otto montagne è principalmente la storia di un’amicizia e di come essa resista al tempo, alle scelte e conseguenze, al succedersi della vita e dei cambiamenti, rappresentati dal rapporto tra Pietro e Bruno e in relazione alla montagna; si tratta di un’opera ricca di amore ed empatia, in cui non mancano la perdita e il dolore, e un viaggio nella memoria e attraverso il destino.
Opera questa in cui, come si potrà immaginare, sono importantissimi i legami umani, posti costantemente al centro della narrazione, e a cui si aggiunge una rappresentazione della famiglia come quella che ti coltivi e scegli, non solo o per forza come quella di sangue.
Questi aspetti sono ben trattati e approfonditi, attraverso un punto di vista autoriale sia nello stile che nella retorica di alcuni dialoghi, con frasi sicuramente sempre adatte ai momenti narrati, ma che al tempo stesso riescono a raggiungere nel profondo lo spettatore, commuovendolo.
Riallacciandomi al discorso sul metodo di ripresa che colpisce fin dall’inizio del film, Van Groeningen e Vandermeersch hanno deciso di utilizzare uno stile che ricorda quello dei documentari di un tempo, utilizzando il formato 4:3 con grande realismo, dando tanta importanza alla natura, rappresentata fortemente dal soggetto della montagna – che sarà non solo l’ambientazione in cui nasce e si consolida questa amicizia come dicevamo, non solo il punto di ritorno costante per Pietro e Bruno da adulti, ma anche protagonista concreto tramite l’alternanza di immagini e panoramiche di essa – insieme a Luca Marinelli e Alessandro Borghi che, dopo Non Essere Cattivo di Claudio Caligari, rivediamo di nuovo insieme (e ne approfitto per sottolineare come le loro interpretazioni sono state belle e commuoventi, anche opposte in alcune caratteristiche, e che dimostrano ancora una volta come siano due attori forti, bravissimi e importanti nel nostro panorama, ma che qui vediamo in una chiave completamente diversa da quella a cui siamo abituati).
Altro aspetto gestito davvero bene è la musica, curata da Daniel Norgren, in continua alternanza tra colonne sonore struggenti, che arrivano all’animo umano sottolineando sia i sentimenti tra i personaggi che la sacralità di quel posto in cui è nato tutto, e silenzi che nella loro semplicità comunicano tantissimo.
Ciò che invece non mi ha soddisfatta è la durata, in quanto per trasmettere in toto questa storia ricca di sentimenti umani complessi e diversi tra loro, se lo si voleva strutturare così, risulta forse troppo corto in minutaglie, in quanto si concentra troppo sulla parte dei nostri protagonisti bambini, sicuramente importante per porre le basi di questo legame, ma che dopo un po’ risulta ridondante perché bisognava scegliere tra allungare di più il film per favorire la parte che era di svolta nella vita dei due e in modo da dare più tempo sia all’infanzia, sia all’adolescenza e sia all’età adulta, oppure lasciare questa durata accorciando la parte da bambini.
Considerando che il ritmo è estremamente lento e un’opera così piena di elementi va narrata con il giusto andamento, bisogna fare molta attenzione a cosa soffermarsi e cosa no.
Escludendo questo aspetto un po’ deludente del film, Le Otto Montagne è un film d’autore ma al tempo stesso semplice, un’esperienza per chi guarda, e un viaggio nei rapporti pieno di forza e che ci evoca davvero tanto a livello di sensazioni. Promosso e consigliato!
- Diretto da: Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
- Prodotto da: Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa
- Scritto da: Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
- Protagonisti: Luca Marinelli, Alessandro Borghi
- Musiche di: Daniel Norgren
- Fotografia di: Ruben Impens
- Montato da: Nico Leunen
- Distribuito da: Vision Distribution (Italia), Kinepolis Film Distribution (Belgio), Pyramide Films (Francia)
- Casa di Produzione: Wildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution
- Data di uscita: 21/05/2022 (Cannes), 21/12/2022 (Italia)
- Durata: 147 minuti
- Paese: Italia, Francia, Belgio
- Lingua: Italiano