In Sala. Gemma Bovery
La Francia della provincia è invasa dal ricordo di Flaubert nel nuovo prezioso film di Anne Fontaine con Gemma Arterton.
In un mondo del cinema da sempre restio a dare spazio alle registe donne, il nome di Anne Fontaine rappresenta una piacevole eccezione grazie alla sua versatilità e il suo stile del tutto personale mostrato nel corso degli anni. Non fa eccezione il suo ultimo lavoro Gemma Bovery, adattamento dell’omonima graphic novel di Posy Simmonds, con cui la regista francese arriva a toccare alte punte di raffinatezza non solo nella messa in scena, ma anche nei contenuti visto il rimando marcato a Gustave Flaubert e il suo romanzo più celebre Madame Bovary. Con queste premesse il risultato non può che essere una commedia sentimentale dolce, pacata e tutta incentrata sul sentimento dell’amore, analizzato sia nel suo lato più puro e idealizzato che in quello inerente alla sessualità.
Martin Joubert (Fabrice Luchini) ha lasciato Parigi per tornare nelle campagne della Normandia e gestire la panetteria paterna, con l’intento di avere uno stile di vita meno stressante. Tra un panino e l’altro l’uomo coltiva anche la sua grande passione per il romano di Flaubert, Madame Bovary appunto, e tutto scorre regolare fino a quando in paese arriva una coppia di inglesi con nomi molto simili a quelli dell’opera da lui amata, Gemma (Gemma Arterton) e Charles (Jason Flemyng). L’arrivo della donna risveglia in Martin emozioni e pulsioni sessuali sopite da tempo e dà il via ad un intreccio amoroso molto contorto.
Fontaine immerge la vicenda in un’ambientazione molto cara al cinema francese contemporaneo, ossia il paesino di provincia in cui i protagonisti, lontani dal caos delle metropoli, possono vivere con serenità e ritmi meno vertiginosi del solito. Uno stile di vita adatto per riflettere e godere dei piaceri della cultura. Ma l’ammirazione smodata può generare un’immedesimazione eccessiva che fa perdere di vista la realtà dei fatti, come accade a Martin il quale si erge a regista, o meglio a scrittore, di un intreccio amoroso torbido che coinvolge due giovani immersi in una passione sessuale senza limiti. Il disegno immaginato dal protagonista, tuttavia, non si realizza in tutto e per tutto e questo lascia intendere come la volontà della regista sia quella di non realizzare una trasposizione fedele del classico francese, ed in questo senso è significativo come il nome della ragazza abbia una lettera aggiuntiva rispetto alla protagonista del romanzo, proprio a sottolineare la non totale dipendenza dal modello di riferimento. Ciò che ne viene fuori è un’opera originale e solida che non dimentica di inserire la giusta dose di ironia, incentrata sulla storica antipatia tra inglesi e francesi. Anche il cast si rivela adeguato ai toni della vicenda con un Luchini in ottima forma e una Arterton il cui viso angelico e il corpo sensuale incarnano al meglio la dicotomia tra amore idealizzato e amore terreno.
Dettagli
- Titolo originale: Gemma Bovery
- Regia: Anne Fontaine
- Fotografia: Christophe Beaucarne
- Musiche: Bruno Coulais
- Cast: Fabrice Luchini, Gemma Arterton, Jason Flemyng, Edith Scob
- Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Anne Fontaine