In Sala. Due giorni, una notte
Marion Cotillard regge su di sé la poesia e il realismo del nuovo raffinato lavoro dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne
Tornano sul grande schermo i fratelli più premiati di Cannes, gli stessi Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne del celebratissimo Rosetta. Tornano con il loro, immutabile, inconfondibile stile: realismo, immediatezza, poetica. Tornano con Due giorni, una notte, contenitore temporale di una storia raccontata – potentemente – nella sua essenzialità, come da buona tradizione dardenniana.
Sandra (Marion Cotillard) rischia di perdere il proprio lavoro. Ha due giorni e una notte di tempo per far si che ciò non accada. La donna, reduce da depressione, rischia il posto perché il suo capo è convinto che la pregressa malattia possa influire sul rendimento professionale e ha dunque obbligato il suo entourage a un’ardua scelta: 1000 euro in più e licenziare la giovane, oppure lasciarle il lavoro ma non avere il bonus. Per cui, nel lasso di tempo enunciato dallo stesso titolo, Sandra deve convincere i colleghi a rinunciare all’incentivo di modo che lei possa restare impiegata.
Quasi girato in tempo reale, con la macchina a mano a pedinare una superba Cotillard dimenarsi in un vortice di tensione. Un thriller atipico che attraverso la cifra quasi neorealista, mostra la crudeltà del mondo così com’è, con i suoi personaggi così umani, così fragili. Non ci sono fronzoli, la sceneggiatura è contenuta. Il viaggio di Sandra, tra colloqui e colleghi, la sua rassegnazione, ma anche la sua grande dignità vengono filmati rinverdendo una tradizione che potremmo collocare tra neorealismo e nouvelle vague. La donna, ripresa pedissequamente nel ripetersi di uno schema predefinito, compie una serie di gesti che invece che annoiare lo spettatore, lo spingono, lo catapultano all’interno della struttura filmica.
La crisi economica è subdolamente rinvigorita dalla crisi dello spirito, si cercano la solidarietà, l’empatia, eppure l’insicurezza domina su tutti. Ed è qui il segreto della storia. Nella reazione profondamente orgogliosa della protagonista, una giovane lavoratrice che chiede si comprensione, ma non compassione. Nella sua maschera di dolore, rabbia e ricerca del riscatto, la Cotillard resta ancorata ad una meravigliosa dignità. La pellicola, priva di colonna sonora, trabocca sensibilmente di emozioni: un prodotto sul lavoro, questo Due giorni, una notte, ma anche un film sulla guerra interiore, quella che si combatte con il proprio “io”, dove è la morale a far la voce del leone. Finale teso.
Dettagli
- Titolo originale: Deux jours, une nuit
- Regia: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
- Fotografia: Alain Marcoen
- Musiche: /
- Cast: Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Catherine Salée
- Sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne