Consigli: From Cinema a cura degli Artists in (R)evolution Collective
L’AI(R)C (Artists in (R)evolution Collective), un collettivo di studenti dell’Istituto delle Arti della California, ha organizzato dal 9 al 16 Maggio From Cinema, un programma di 10 cortometraggi indiani, il cui ricavato andrà in beneficenza per sostenere il “Migrant Workers Solidarity Network” e per i lavori di soccorso durante il Covid.
Il programma inizia con Aswara (2016) di Siddharth Govindan, un buon lavoro in cui il regista ci descrive il villaggio di Fakim e come esso si evolve e urbanizza; il punto centrale di questo film è il ritmo con cui scorre perché è molto fluido e ciò rende la visione facile da fruire e degna di interesse. Passando a City Untitled (2015) di Amarnath Praful, ci troviamo di fronte ad un corto strutturato in 9 schermi di forma rettangolare, dove vediamo simultaneamente varie zone della città e varie situazioni con persone e oggetti diversi. In ogni schermo improvvisamente compaiono delle insegne neon di negozi con parole che, nonostante il film sia del 2015, sono molto attinenti al periodo difficile di Covid che stiamo vivendo attualmente e hanno significati molto profondi se collegati alle immagini e alla società che viene rappresentata, suscitando molte riflessioni. Completamente diverso dal punto di vista tecnico è From Family (2016) di Moakshaa Vohra, opera incentrata sul tema della bellezza, affrontata e ricercata attraverso la rappresentazione e l’esplorazione del corpo di una donna di 22 anni; uno degli aspetti più interessanti è l’uso del bianco e nero che è elegante proprio come la tematica di cui tratta.
Proseguendo nel programma troviamo How Does One Say Queen in Islam (2020) di Sarah Naqvi, che è una versione personalizzata della storia islamica rappresentata attraverso parole pronunciate solo da donne; uno degli aspetti più convincenti è legato all’uso di maschere, musiche e simboli che lo rendono sia alternativo rispetto agli altri lavori e sia pieno di elementi interessanti e da scoprire durante la visione. Altrettanto alternativo e particolare è Isosceles Forest (2018) di Sukanya Ghosh; si tratta di un collage ottico caratterizzato da immagini che si dissolvono l’una nell’altra, che colpisce per lo stile molto interessante, perché utilizza un po’ la struttura dell’animazione con l’intento di rappresentare la libertà e il potere dell’immagine.
Il cortometraggio meno interessante del lotto è sicuramente Mohammed Rafi Fan Blog (2017) di Nihaal Faizal. Questo film esamina due storie della famiglia del regista legate al cantante indiano Mohammed Rafi; lo stile di ripresa è semplice, la macchina da presa ci fa solo osservare ciò che è documentato, e in effetti l’intento di raccontare il soggetto un po’ già ci viene anticipato dal titolo “fan blog”, ma il problema principale è che tutto il racconto si sviluppa con un ritmo eccessivamente lento. Pati (2010/2020 re-edit) di Sohrab Hura è un altro corto in bianco e nero, il quale tratta un racconto personale in cui attraverso il viaggio del regista scopriamo insieme a lui Pati; ha dei momenti interessanti, ma complessivamente non colpisce appieno.
Ottavo cortometraggio inserito nel programma è Phukkega Kya? (2016) di Aliasger Dhariwala in cui vediamo una serie di conversazioni tra il regista e Kitsumo, un residente del villaggio di Fakim. Questa opera riesce a coinvolgerci nel racconto nonostante non ci siano aspetti stilistici e tecnici particolari. Penultimo lavoro del programma è The Last Mango Before the Monsoon (2015) di Payal Kapad, un film basato su riprese con colori più scuri e cupi rispetto agli altri film in programma, un racconto molto profondo che merita sicuramente la visione.
Infine, The Tour (2017) di Amshu Chukki è secondo me il cortometraggio migliore della selezione fatta dall’AI(R)C. Esso ci fa immergere in una città antica e futuristica in cui, attraverso due rettangoli di ripresa, osserviamo vari posti, panoramiche e riprese dinamiche che mettono in relazione passato, presente e futuro. Molto interessante, ve lo consiglio.
Per maggiori informazioni sul programma e sulle attività dell’AI(R)C, consultare la loro pagina Instagram