Cinema

In Sala. Le due vie del destino

Marina Niceforo

La vera storia del veterano Eric Lomax interpretata da un ossequioso Colin Firth, tra binari della memoria e treni reali alla ricerca dell’amore e della pace interiore.

La storia di Eric Lomax non è quella di un semplice veterano costretto a fare i conti col passato, combattendo contro demoni e ricordi che non gli daranno mai tregua; è la storia di un soldato legato a doppio filo ai treni e alle ferrovie, che in un modo o nell’altro hanno sempre fatto parte della sua vita e che lo aiuteranno a ritrovare la pace perduta in guerra. The Railway Man, in Italia tradotto col titolo Le due vie del destino (dal libro autobiografico del 1995 del vero Eric Lomax), arriva ora nelle nostre sale per raccontare quella storia.

Anni ’80, Northumbria. Durante uno dei suoi frequenti viaggi in treno, il veterano Lomax (Colin Firth) incontra l’ex infermiera Patti (Nicole Kidman), piacevole imprevisto nella sua metodica quotidianità fatta di coincidenze ferroviarie accuratamente studiate; i treni sono da sempre la passione di Eric, e ora a un treno deve l’incontro inaspettato con l’amore. Una volta sposati, però, Patti scopre che Eric viaggia su binari della memoria per lei inaccessibili, che riportano incessantemente l’uomo nella Singapore del 1942, dove era stato prigioniero dei giapponesi all’indomani della sconfitta britannica durante la Seconda Guerra Mondiale. Con tutte le sue forze Patti chiede di entrare in quei ricordi per provare a lenire il dolore, ma è impossibile per Eric raccontare gli orrori e le torture subite in quei luoghi, dove insieme agli altri prigionieri inglesi lavorò alla costruzione della cosiddetta “Ferrovia della morte” tra Thailandia e Birmania.

Il regista Jonathan Teplitzky e gli autori Frank Cottrell Boyce e Andy Paterson concentrano tutta l’attenzione sul personaggio di Lomax – interpretato con perfetta intensità sia da Colin Firth che dal giovane Jeremy Irvine – riuscendo così a tenere la vicenda storica solo come sfondo di quella strettamente personale del protagonista. Il racconto di quella esperienza, fatto dall’amico e testimone Finlay (Stellan Skarsgård) giustifica l’impenetrabilità emotiva di Lomax, che solo dopo una scoperta sconvolgente si apre all’aiuto di Patti: il suo carceriere e aguzzino Nagase (Hiroyuki Sanada) è vivo, e dalla fine della guerra lavora per riabilitare l’immagine del Giappone. Da qui in poi il film riesce meglio a condensare la tensione emotiva in verità un po’ scarsa nella prima parte, e a coinvolgere nella lotta di Patti per aiutare Eric.  La resa dei conti tra Lomax e Nagase è senza dubbio la parte migliore della storia, quella in cui tutta la necessità del film esce fuori per farsi evidente allo spettatore e regalare una perla rara, per di più autentica, su uno dei tanti risvolti umani che nasconde ogni guerra.


Dettagli

  • Titolo originale: The Railway Man
  • Regia: Jonathan Teplitzky
  • Fotografia: Garry Phillips
  • Musiche: David Hirschfelder
  • Cast: Colin Firth, Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Jeremy Irvine, Hiroyuki Sanada, Sam Reid
  • Sceneggiatura: Frank Cottrell Boyce, Andy Paterson

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