Cinema

In Sala. La nostra terra

Valentina Esposito

Dal Nord e la caccia alla legalità al Sud dove una cooperativa antimafia deve battersi con dubbi, pericoli e burocrazia nel film di Giulio Manfredonia.

Filippo (Stefano Accorsi) si occupa da molti anni di antimafia al Nord: pauroso, ansioso ma allo stesso tempo determinato ed estremo sostenitore della legalità in ogni ambito della vita, viene inviato al Sud per poter agire questa volta sul campo, aiutando la piccola associazione Legalità e Futuro a organizzare una cooperativa antimafia. Nonostante il boss di turno Nicola Sansone (Tommaso Ragno) sia in carcere e gli siano stati confiscati i beni, c’è paura, difficoltà e tanti ostacoli da parte dello stesso Stato per coltivare questi terreni ed offrire così anche nuovi posti  di lavoro. Con fatica, pazienza e tempo il giovane bolognese riesce ad avviare la piccola cooperativa su incitazione della decisa e dura Rossana (Maria Rosaria Russo) e del navigato agricoltore Cosimo (Sergio Rubini), ma quando Sansone otterrà gli arresti domiciliari tenersi strette le terre non sarà questione semplice.

Se l’anno scorso ci pensò La mafia uccide solo d’estate a presentarci con una visione originale vecchi problemi irrisolti, quest’anno è Giulio Manfredonia a tornare a parlare di mafia ne La nostra terra. Il regista affronta la famigerata questione dei beni confiscati alla mafia e dell’operatività delle cooperative antimafia che cercano di riscattare quello che di diritto appartiene alla gente: la terra. Per esprimere poeticamente questo concetto, Manfredonia sottolinea più volte nel film, attraverso personaggi chiave, l’antico legame antropologico che sussiste tra l’uomo e la terra: da un lato c’è Cosimo, testimone di un antica cultura agricola e di tradizioni locali, dall’altro Azzurra (Iaia Forte) con le sue teorie di stampo più moderno e a tratti new age. Questo far parlare i personaggi e caratterizzarli al punto tale da affezionarsene come se in quei 100 minuti li si conoscesse, è uno dei punti più forti de La nostra terra, dove nonostante la preponderanza di due Accorsi e Rubini, che offre una brillante prova d’attori, c’è equilibrio e armonia tra gli interpreti, tutti all’altezza della situazione narrata.

Se da un lato è apprezzabile quindi la buona direzione degli attori, dall’altra resta qualche dubbio in sede di sceneggiatura, troppo concentrata sulla cooperativa e troppo poco sulla burocrazia e i “nemici” con cui si deve scontrare, correndo il rischio di dimenticarsi totalmente del mondo circostante. Una pecca che rischia di allontanare il film da una certa credibilità e realismo, elementi che giocano pur sempre un ruolo molto importante in questo genere di film.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Giulio Manfredonia
  • Fotografia: Marcello Montarsi
  • Musiche: Mauro Pagani
  • Cast: Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Iaia Forte, Debora Caproglio
  • Sceneggiatura: Giulio Manfredonia, Fabio Bonifacci

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