Cinema

In Sala. Belluscone. Una storia siciliana

Valentina Esposito

Il cinema si contorce su se stesso, il cinema indaga con la persona di Franco Maresco in veste di regista e investigatore in questo ritratto dell’ascesa di Berlusconi in chiave sicula.

Che rapporti possono esserci tra Silvio Berlusconi e il “business” dei cantanti neomelodici che animano i quartieri della periferia palermitana? Lo deve sapere bene Francesco Mirra, detto Ciccio, e anche Franco Maresco, regista che ha cercato di fare luce, in modo sublime, sul lato oscuro della sua amata Sicilia con il film Belluscone. Una storia siciliana, vincitore del Premio della Giuria nella sezione Orizzonti dell’appena trascorsa Mostra di Venezia.

L’ennesima serata a base di musica neomelodica sta per iniziare: Vittorio Ricciardi si prepara a salire sul palco per cantare “Vorrei conoscere Berlusconi”, la hit firmata dall’amico cantautore Erik, e Ciccio Mirra si occupa di offrire un buono spettacolo. C’è un pubblico eterogeneo: pensionati, anziane e giovani signore, lavoratori, ma soprattutto tantissime ragazzine che affermano di vedere in Ricciardi il loro idolo. Intanto, di lì a poco, il premier Berlusconi darà le sue dimissioni, lasciando Palermo nel pieno sconforto.

Qualcuno chiama il mago di turno per chiedere una preghiera per Silvio, qualcun altro decide di tentare il suicidio. Poi, entra in gioco Maresco: il regista palermitano sembra essere ossessionato dal Cavaliere, così inizia ad indagare fino ad arrivare a Ciccio Mirra, l’uomo che conosce i protagonisti degli affari siciliani come le sue tasche. Se perde di vista lui, il Belluscone rischia di non farsi. Intanto Maresco è già misteriosamente scomparso, e il critico cinematografico Tatti Sanguineti è sulle sue tracce.

Belluscone. Una storia siciliana attraverso un uso raffinato del grottesco, si ride nel vedere i paradossi su cui Maresco si diverte a giocare, ripercorre l’ascesa di Berlusconi. Ma non è tanto questo a colpire, quanto più l’ottica attraverso cui avviene questo viaggio, sospeso tra il documentario e una bizzarra commedia, che si traveste anche da thriller. Sanguineti cerca Maresco partendo dal suo ultimo lavoro, addentrandosi nei suoi cunicoli creativi. Così incontriamo uno dopo l’altro questi personaggi scintillanti, a cui Maresco dà un’irresistibile tinta goyana. C’è molto più di Berlusconi qui, c’è l’Italia, paese che dorme e che si lascia distruggere, preferendo le macerie ricoperte di paillette alla sua tradizione e bellezza.

Belluscone, potrebbe definirsi un film inchiesta scomodo per la Sicilia e per l’intera Italia, ma più che scomodo è un film lucidissimo e molto amaro. A nessuno importa più ascoltare le “storie” che ha da raccontare Maresco, artista solo e a grande torto scarsamente considerato, perché in fin dei conti ormai non ci tocca più nulla se si è arrivati al punto da non voler sapere e preoccuparsi se un uomo di Stato abbia rapporti con la malavita, e se la sfrutti per costruire un personale impero mediatico che si nutre pur sempre delle radici che lo hanno generato. Il regista palermitano si eclissa, scompare: per fortuna però il cinema, per quanto può, lo accoglie a braccia aperte.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Franco Maresco
  • Fotografia: Luca Bigazzi, Tommaso Lusena de Sarmiento, Irma Vecchio
  • Musiche: Salvatore "Eric" De Castro
  • Cast: Marcello Dell'Utri, Francesco "Ciccio" Mira, Valentino Picone, Salvatore Ficarra, Vittorio Ricciardi, Tatti Sanguineti, Salvatore "Eric" De Castro
  • Sceneggiatura: Franco Maresco, Claudia Uzzo

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