Best Of Musica

2017 in Music – Maria Ponticelli

Maria Ponticelli

La data del 31 dicembre porta con se’ somme, bilanci e rese di conto. Ciò generalmente accade in tutte le circostanze della vita di una persona ma anche di un’intera società, così, mentre alla tv saltano tappi di bottiglie e si elencano i principali fatti accaduti, anche noi della redazione di Scene Contemporanee vogliamo tirare le somme di un anno andato, passando in rassegna un pò di avvenimenti in termini di musica, ovvero di dischi, nuove uscite, grandi ritorni e concerti memorabili. Vogliamo cominciare proprio dalle esibizioni live di gruppi e artisti solisti, e a tal proposito potremmo annoverare i tanti concerti dell’estate appena trascorsa che come ogni anno porta nel Bel Paese tanta buona musica ed artisti acclamati sulla scena internazionale. Chi vi scrive però preferisce ricordare alcuni episodi musicali che non sono stati ne attesi ne celebrati come gli avvenimenti di cui prima  ma che, ciononostante, hanno suscitato uguale impressione in termini di emozioni e sorprese. Con queste premesse diamo dunque vita ad una breve classifica dei fatti più significativi del 2017 in termini di musica. Iniziamo quindi la nostra top three con un piccolo gruppo che in un altrettanto piccolo teatro della provincia di Avellino accompagnava il drammaturgo e compositore Moni Ovadia nello spettacolo “Senza confini, Ebrei e Zingari”. Tutto questo accadeva a fine agosto nella cornice dell’Ariano Folk Festival e la band in questione è la Moni Ovadia Stage Orchestra composta da tre musicisti rom alla fisarmonica, al cymbalon ed al contrabasso e due musicisti italiani, entrambi al clarinetto. Ebbene, sarebbe da ingrati nei confronti della musica aver lasciato trascorrere il 2017 senza annoverare ancora una volta il virtuosismo dei musicisti in questione. Ascoltare questa piccola orchestra è stato come lasciare aperto un rubinetto senza filtro: la musica veniva fuori senza controllo e senza strutture precostituite in un fluire continuo e incalzante; tanta bellezza può sicuramente rientrare nel novero delle scoperte di quest’anno.

Passiamo a questo punto alle novità discografiche del 2017 ed al secondo posto della nostra hit list. In questa posizione abbiamo il piacere di collocare l’album di un’artista tra le più apprezzate nel panorama jazzistico internazionale; parliamo di Melanie De Biasio e del suo ultimo disco intitolato Lilies. Il jazz misto al blues, una fine elettronica di fondo, numerose altre incursioni di genere e, soprattutto, le vellutate corde della cantante che guida la successione dei brani come a sgranare un rosario; tutto ciò, in termini di stile, fa il peso del nuovo lavoro dell’artista belga. L’album della De Blasio è omogeneo e composito al tempo stesso; omogenea e fluida è infatti la fruizione dei brani mentre numerose sono le sensazioni che essi suscitano nel condurre l’ascoltatore ora in un atmosfera di suspence e di parole appena sussurrate, ora in una emozione epidermica con il battito di un cuore che scandisce il ritmo del pezzo. Con quest’ultimo album Melanie De Biasio ha dato un’ ulteriore saggio della sua capacità di creatività, interpretazione e fascino. Chi la conosce da un po’ ed ha avuto modo di ascoltare Blackened cities, brano pubblicato nel 2016 e della durata di ben 25 minuti, non avrà probabilmente sentito bisogno di conferme ma…quanta grazia avremmo perso se a quest’anno appena trascorso fosse mancato un album del genere?

In men che non si dica siamo arrivati sulla vetta della nostra breve classifica ed in questa posizione vogliamo collocare un altro disco che segna il ritorno di una band storica, sparita per un po’ dalle scene e riapparsa nel 2017 in una veste nuova che ha raccolto plausi e consensi da parte di critica e pubblico. Parliamo della band della East London che risponde al nome The Heliocentrics. La band storicamente nota per le produzioni prettamente strumentali torna dopo dieci anni di silenzio discografico e si presenta al pubblico con una novità, la voce della slovena Barbora Patkova. Musica jazz, etnica,cosmica, hindy rock, c’è tutto in A world of masks ed è tutto ben dosato e miscelato. L’effetto che ne risulta non è un’amalgama perchè i generi sono perfettamente distinguibili nella loro identità e non si avvertono forzature negli accostamenti; il nuovo disco degli Heliocentrics è semplicemente poliedrico nel suo inseguirsi di chitarre, fiati, percussioni e, per la prima volta, di performance vocali. Esso è dunque un disco dalla bellezza capillare, che non lascia spazi bianchi o cose non dette ed è per tale motivo quindi che ad esso assegnamo il primo posto nella  hit list del 2017.

Questa la mia top three dell’anno appena trascorso; per quello appena arrivato ci auguriamo di trovare altrettanta buona musica e novità creative, pertanto buon anno e buon ascolto a tutti noi!

 



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